
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato un messaggio chiaro: “Viviamo in tempi pericolosi. La sicurezza dell’Europa è seriamente minacciata e dobbiamo agire con rapidità”.
Con queste parole ha presentato Rearm Europe, il piano ambizioso che punta a rafforzare la spesa militare dell’Unione nei prossimi quattro anni. Ma a quale prezzo per l’Italia?
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Un investimento da 800 miliardi di euro
Il piano prevede un finanziamento complessivo di 800 miliardi di euro entro il 2028. Di questa somma, solo 150 miliardi arriveranno da prestiti europei, mentre i restanti 650 miliardi dovranno essere coperti dai singoli Stati membri.
Una scelta che, sebbene consenta di escludere tali spese dai vincoli del Patto di Stabilità, comporta un incremento significativo del debito pubblico.
La spesa europea per la difesa in forte crescita
Attualmente, i Paesi dell’Unione europea spendono complessivamente 370 miliardi di euro l’anno in difesa. Con l’attuazione del piano, questa cifra dovrebbe quasi raddoppiare nei prossimi quattro anni, arrivando a circa 700 miliardi di euro.
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L’impatto per l’Italia: un raddoppio del budget militare
Nel 2024, l’Italia ha destinato 33 miliardi di euro alla difesa. Con Rearm Europe, questa spesa dovrà salire progressivamente, raggiungendo circa 70 miliardi di euro entro il 2028. Un incremento che porterebbe il budget militare italiano al 3% del PIL, ben oltre l’attuale livello.
Per comprendere meglio l’impatto finanziario, ecco come potrebbe evolversi la spesa annua dell’Italia per la difesa:
- 2025: +7 miliardi di euro rispetto al 2024
- 2026: +17 miliardi
- 2027: +27 miliardi
- 2028: +37 miliardi
In totale, l’Italia dovrebbe investire almeno 88 miliardi di euro nel quadriennio 2025-2028 solo per incrementare dell’1,5% il PIL destinato alla difesa. Se invece il nostro Paese decidesse di allinearsi agli standard di spesa dei principali partner europei, l’esborso potrebbe salire fino a 120 miliardi di euro.
Italia: quali conseguenze per l’economia?
Un aumento così significativo della spesa per la difesa pone interrogativi importanti: da dove verranno presi questi fondi? L’assenza di vincoli di bilancio europei potrebbe spingere il governo italiano ad aumentare il debito, ma ciò comporterebbe ripercussioni sulle finanze pubbliche e sulle priorità di spesa in settori chiave come sanita, istruzione e welfare.
Il dibattito è aperto: da un lato, il rafforzamento militare è visto come una necessità strategica in un contesto geopolitico instabile; dall’altro, resta il timore che un tale impegno finanziario possa pesare sulle future generazioni.
La sfida per l’Italia sarà trovare un equilibrio tra sicurezza e sostenibilità economica.