Perché le startup fintech stanno scegliendo il Regno Unito come destinazione
La scena delle startup nel Regno Unito sta crescendo a ritmi vertiginosi, ma c’è un settore che sta davvero spiccando il volo: il Fintech.
Il Regno Unito vanta una serie di giganti del Fintech, tra cui Monzo, Revolut, Starling e Funding Circle, solo per citarne alcuni. Negli ultimi dieci anni, l’innovazione nel campo del Fintech ha trovato un terreno fertile in queste terre, sfruttando l’impetuoso settore dei servizi finanziari britannico.
Nel corso degli ultimi sei anni, il 30% degli investimenti totali di venture capital nel Regno Unito ha avuto come destinazione il Fintech, per un totale di oltre 40 miliardi di dollari. Attualmente, il settore rappresenta un terzo degli unicorni del Regno Unito.
Ma cosa spinge questa nuova ondata di startup fintech a riversarsi nel Regno Unito? Scopriamo insieme i motivi di questa corsa verso l’innovazione finanziaria.
La solidità del settore finanziario nel Regno Unito
Il Regno Unito da tempo è una potenza nei servizi finanziari, ospitando alcune delle istituzioni più antiche e rispettate al mondo. Londra è un fulcro internazionale di servizi finanziari, sede delle “Big Four”, ovvero le quattro principali banche d’investimento e hedge fund globali. È quindi logico che sia diventata la destinazione preferita delle startup fintech. Londra, per numero di startup fintech, si piazza al primo posto in Europa.
Ma l’opportunità nel settore finanziario non si limita solo a Londra. Altre città britanniche stanno emergendo con forza: Manchester, ad esempio, vede una solida rete di prestiti e una crescente attenzione verso il Regtech (la tecnologia regolamentare) e i sistemi di pagamento.
Edimburgo brilla nel settore della tecnologia patrimoniale e della gestione dei patrimoni, con la presenza di colossi come Abrdn, Natwest Group e Rathbones che hanno aperto le porte della Scozia a un fervore di innovazione finanziaria. Non da meno, Cardiff, nel Galles, è la base dell’assicuratore Admiral Group, consolidando una forte presenza nel settore e vedendo un aumento degli investimenti nelle società fintech gallesi del 300% dal 2022.
Questo ambiente ricco di servizi finanziari attrae fortemente le aziende fintech, che spesso trovano nelle istituzioni finanziarie esistenti non solo una base di clienti, ma anche una possibilità di partnership per aprire nuove strade in un settore in continua evoluzione.
Sam Duncan, fondatore di Net Purpose, ha avuto proprio questa visione quando ha lanciato la sua attività nel Regno Unito. La sua azienda aiuta i gestori di asset a valutare e analizzare investimenti sostenibili, utilizzando una piattaforma complessa che raccoglie dati per decisioni informate e investimenti accelerati in progetti ambientali.
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Uno dei paesi più avanzati in termini di pensiero
Scegliere tra il consolidato scenario tecnologico della California e le opportunità emergenti nel fintech del Regno Unito è stato facile per Sam Duncan, attratto dalla reputazione del Regno Unito nel campo degli investimenti sostenibili.
“Il Regno Unito è al centro degli investimenti responsabili. È uno dei paesi più avanzati in termini di pensiero, atteggiamento e sviluppo di questo ecosistema”, spiega Duncan. “Inoltre, stiamo sviluppando un’attività sui mercati dei capitali e Londra è uno dei più grandi centri finanziari del mondo.”
Nel 2022, sono stati investiti 5,4 miliardi di sterline in fondi sostenibili, in un settore di gestione patrimoniale da 8,8 miliardi di sterline nel Regno Unito. Questo non solo evidenzia l’interesse per gli investimenti sostenibili nel paese, ma anche il potenziale di crescita che circonda questa opportunità. Questo fenomeno è alimentato anche dai Requisiti di Disclosure Sostenibile (SDR), le regole anti-greenwashing del Regno Unito, che mirano a rafforzare le norme relative ai requisiti di sostenibilità per prodotti e investimenti sostenibili.
È stata anche la maturità del mercato britannico, questa volta in termini di trading e investimenti, ad attrarre Benjamin Chemla, fondatore di Shares. La sua piattaforma combina trading e investimenti con i social media, consentendo agli utenti di seguire i propri contatti e influencer mentre prendono decisioni di investimento. Per lanciare questa community, Shares doveva rivolgersi a un mercato più propenso agli investimenti ad alto rischio.
“Culturalmente, gli inglesi sono meno avversi al rischio. Non credo che in un altro paese avremmo registrato progressi così rapidi”, spiega Chemla.
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Accesso al capitale istituzionale e al talento
Uno dei vantaggi principali di avere un settore dei servizi finanziari consolidato è l’abbondanza di investimenti istituzionali che ricevono le startup innovative.
Barclays Eagle Labs e Natwest Entrepreneur Accelerator sono solo due esempi di programmi di supporto agli investimenti lanciati negli ultimi anni da istituzioni finanziarie storiche. Anche il gigante assicurativo Aviva investe nell’innovazione, tramite la sua società di venture capital Aviva Ventures e la sua partnership fintech con l’acceleratore Founders Factory nel Regno Unito.
Il paese vanta anche una delle reti più complete di venture capital per le società fintech. Seedcamp, Anthemis e Octopus Ventures sono solo alcune delle centinaia di società di venture capital che supportano le società fintech britanniche. Net Purpose ha beneficiato direttamente quando ETF Partners, un attore con sede a Londra, ha guidato il suo round di finanziamento Serie A da 10 milioni di sterline nel 2022.
Le aziende fintech traggono vantaggio anche dall’ampio pool di talenti che si riversano nel Regno Unito, dai laureati con formazione in finanza tradizionale agli esperti del settore tentati dall’idea di avviare un’attività propria.
Per Benjamin Chemla, questo accesso a talenti di qualità è uno dei punti di forza del Regno Unito. Il suo team, formato nel Regno Unito, è guidato dall’ex capo della piattaforma di trading della banca online Revolut. “Questo paese ha storicamente un ottimo record nella creazione di prodotti fintech per i consumatori”, spiega.
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Il supporto del governo britannico per il futuro del Fintech
Le normative sull’Open Banking del 2015 sono solo un esempio di come le iniziative del settore pubblico possono alimentare l’innovazione e l’espansione del Fintech nel Regno Unito.
Il governo britannico ha continuato a promuovere molteplici programmi per stimolare l’innovazione, sia attraverso accordi di collegamento Fintech con paesi partner, sia attraverso una serie di regolamenti “sandbox” per aiutare le startup a testare i loro prodotti. Di recente, è stata istituita l’Unicorn Council, un organismo indipendente composto dai leader del Fintech (tra cui amministratori delegati di Zilch, ClearScore, Quantexa e Monzo) e guidato da Innovate Finance, che mira a consigliare il governo su decisioni cruciali.
Presso Net Purpose, Sam Duncan ha elogiato il sostegno ricevuto dal settore pubblico. Fa riferimento ai contatti con importanti gestori patrimoniali, il supporto durante missioni commerciali a New York, Tokyo e Abu Dhabi, e lo sviluppo di relazioni con l’ambasciata di Parigi, dove la startup mirava a espandersi all’estero.
Per lei, non c’è dubbio sulle ambizioni del governo britannico per il settore Fintech: “Il Regno Unito sta realmente intensificando gli sforzi nel campo del Fintech e gli attribuisce grande importanza”.
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