Entro la fine di maggio, Neuralink aveva ricevuto il via libera dalle autorità sanitarie statunitensi per condurre i primi test clinici sugli esseri umani. Aspira a trattare condizioni come l’Alzheimer, la cecità e la paralisi e, successivamente, a migliorare le capacità umane.
Neuralink non avrebbe potuto cronometrare meglio. Poco più di due mesi dopo aver ottenuto il permesso di testare i suoi impianti cerebrali sugli esseri umani, la start-up fondata da Elon Musk ha annunciato formalmente martedì 8 agosto una raccolta fondi di 280 milioni di dollari. Questa operazione è stata guidata da Founders Fund, la società di capitale di rischio del famoso transumanista Peter Thiel.
Dalla sua fondazione nel 2016, Neuralink ha accumulato 643 milioni di dollari, di cui circa un quarto contribuito da Elon Musk. La sua valutazione non è stata specificata. Tuttavia, secondo Reuters, i suoi dirigenti puntavano a una valutazione di 7 miliardi di dollari a giugno, poche settimane dopo l’approvazione data dalla Fda, le autorità sanitarie statunitensi.
Neuralink sta migliorando le capacità umane
Neuralink mira a progettare un’interfaccia cervello-computer utilizzando un piccolo impianto, delle dimensioni di una piccola moneta, dotato di migliaia di elettrodi. Le applicazioni iniziali dovrebbero essere mediche. Elon Musk si impegna, ad esempio, a curare l’Alzheimer e il Parkinson e anche a combattere la cecità e la paralisi. Queste affermazioni, tuttavia, hanno sollevato numerose preoccupazioni all’interno della comunità scientifica.
Il miliardario prevede quindi di lanciare applicazioni “consumer”, ma “non prima del 2025”. L’obiettivo sarà aumentare le capacità umane, spiega, come consentire a una persona di controllare una macchina o caricare i propri pensieri direttamente su un computer tramite l’interfaccia Neuralink, e quindi comunicare con un altro essere umano. “Non avremo più bisogno di verbalizzare i nostri pensieri”, anticipa.
All’inizio delle sperimentazioni cliniche
Dal 2017 Neuralink conduce test su scimmie e maiali. Tuttavia, i progressi sono stati più lenti di quanto sperato. Secondo quanto riferito, anche i metodi utilizzati sono oggetto di indagine per maltrattamento di animali. L’anno scorso, un’associazione ha affermato che solo sette delle 23 scimmie utilizzate nelle prove tra il 2017 e il 2020 erano sopravvissute.
Dopo diversi rifiuti, alla fine di maggio l’azienda ha ricevuto l’approvazione per condurre studi clinici con Neuralink. Questo è stato un passo significativo, soprattutto perché la FDA aveva precedentemente sollevato, secondo Reuters, numerose questioni, come l’affidabilità della batteria e i rischi associati all’impianto, una procedura notevolmente invasiva che richiede di praticare un foro nel cranio.
Da allora, Neuralink ha lanciato una campagna di reclutamento di volontari limitata ai pazienti affetti da paraplegia, cecità, sordità e afasia. Tuttavia, non si è impegnato in una tempistica specifica.